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IL DISTURBO POST TRAUMATICO IN ETA’ EVOLUTIVA – DAL TRAUMA ALLA RINASCITA



Il Disturbo Post Traumatico da Stress viene introdotto nel DSM solo nel 1980 quando, tra i veterani della Guerra del Vietnam, si riscontrarono frequenti sintomi riconducibili alle esperienze traumatiche vissute al fronte. Incubi notturni, flashback, costante stato di allerta, immagini ricorrenti ed intrusive, ansia ed alterazioni dell’umore erano solo alcuni degli effetti che accomunavano i soldati.

Oggi tale disturbo è annoverato nel DSM-5 tra i disturbi legati allo stress ed al trauma, indicando quella condizione in cui eventi ed esperienze traumatiche impattano significativamente sull’equilibrio psico-fisico della persona compromettendo la sua qualità di vita. Ma che cosa sono le esperienze traumatiche? Possono riferirsi sia ad eventi unici (catastrofi naturali, incidenti, lutti) sia a situazioni croniche quali maltrattamenti e condizioni di vita estreme.

È bene specificare che non si può parlare di esperienze traumatiche in assoluto poiché è la struttura di personalità del soggetto, il suo assetto cognitivo ed emotivo, le sue risorse, le sue strategie di coping e l’ambiente circostante che rendono un’esperienza più o meno traumatica. Il trauma psicologico infatti è tale quando rompe ed altera il normale funzionamento della persona la quale non solo non riesce ad elaborare funzionalmente l’evento ma ne rimane sovrastata.


Subire un trauma in età evolutiva può avere conseguenze significative a breve e a lungo termine; queste infatti potrebbero compromettere in parte la direzione dello sviluppo futuro ed influenzare alcuni aspetti della personalità.

Le strutture cognitive ed emotive del bambino/adolescente non sono ancora ben salde ed i mezzi per gestire le intense emozioni correlate alle esperienze non ancora del tutto efficienti. Nell’elaborazione del trauma è quindi fondamentale che il minore possa affidarsi all’adulto; questo infatti fungendo da specchio ai vissuti del bambino dovrà restituirgli una corretta elaborazione e comprensione di ciò che sta accadendo.

È importante infatti che venga dato significato all’esperienza vissuta, legittimando e validando i diversi tipi di emozioni sperimentate, sintonizzandosi con i suoi bisogni e supportando il bambino nei suoi tempi.

Rapportarsi ad un minore traumatizzato è particolarmente delicato oltre che difficoltoso. L’adulto, grazie all’acquisita capacità di comprendere e verbalizzare le proprie emozioni può descrivere i suoi stati interni ed anche chiedere esplicitamente aiuto. Il bambino invece tenderà prevalentemente ad esternare tramite i comportamenti ciò che sta vivendo; è per questo quindi che è necessario saper leggere ed interpretare l’agito dei minori per fornir loro il giusto aiuto.


Quali sono quindi le possibili reazioni di una bambino/adolescente al trauma?


- Espressione del proprio disagio nel gioco e nel disegno: è possibile che attraverso essi vengano riprodotte scene ed elementi dell’esperienza traumatica nel tentativo di elaborarla;

- Ricorrenti domande sull’accaduto;

- Iper-attività e/o pianti improvvisi;

- Regressione a fasi di sviluppo precedenti (enuresi notturna, paura del buio, suzione del pollice);

- Aggressività e cambiamenti nelle attività scolastiche e/o sportive;

- Alterazioni del comportamento alimentare;

- Comportamenti estremi (soprattutto in adolescenza) nel tentativo di evadere dal dolore.


Il contesto di accudimento si rivela essere di fondamentale importanza tanto da poter, a secondo della sua adeguatezza, ridimensionare o amplificare le conseguenze del trauma. L’immaturità psichica del bambino e dell’adolescente necessità infatti di un supporto maturo ed adulto affinché non si cronicizzino gli effetti negativi nel tempo.

Ad affiancare il genitore (molto spesso in prima persona traumatizzato) deve esserci sicuramente il supporto psicologico del professionista.

Si potrebbe dire che ogni esperienza racchiude in sé un inestimabile valore educativo che permette ad ogni individuo di arricchirsi, di crescere e di conoscere aspetti di sé ancora inesplorati.

Il trauma è personale e le sue ferite non scompaiono ma è il modo in cui esso viene fronteggiato e superato che rende l’essere umano non più prigioniero del proprio dolore ma artefice della propria rinascita.

Dott.ssa Anna Calleo



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